Nella pratica dello yoga esiste una grande varietà, ma se hai frequentato corsi o praticato yoga con la guida di un maestro avrai probabilmente notato che spesso le lezioni sono strutturate in una successione di elementi ricorrenti: il riscaldamento, la pratica delle asana o del pranayama, il rilassamento e la meditazione.
Una tipica lezione o pratica individuale di Kundalini Yoga si basa su sequenze ben precise, attuate esattamente nella maniera in cui sono state tramandate da Yogi Bhajan. Agli elementi che abbiamo già menzionato, la tradizione del Kundalini aggiunge la grande importanza data ai mantra.
Come è strutturata, dunque, una sessione tipo?

Variazioni della struttura di base
Variante 1:

  1. Apertura con i mantra
  2. Riscaldamento o Pranayama
  3. Pratica di una sequenza
  4. Rilassamento
  5. Chiusura della pratica

Variante 2:

  1. Apertura con i mantra
  2. Riscaldamento o Pranayama;
  3. Meditazione
  4. Chiusura della pratica

Variante 3:

  1. Apertura con i mantra
  2. Pratica di una sequenza
  3. Rilassamento
  4. Meditazione o Pranayama
  5. Chiusura della pratica

Variante 4:

  1. Apertura con i mantra
  2. Meditazione o Pranayama
  3. Chiusura della pratica

Variante 5:

  1. Apertura con i mantra
  2. Pranayama
  3. Riscaldamento;
  4. Pratica di una sequenza, di una meditazione di tutte e due o anche solo di un piccolo esercizio di respiro
  5. Rilassamento
  6. Meditazione
  7. Chiusura della pratica

Struttura base di una pratica tipica di Kundalini Yoga

La struttura di una sessione di pratica di Kundalini Yoga è composta da sei punti fondamentali:

  1. Apertura con i mantra
  2. Riscaldamento
  3. Pratica di una sequenza, o Kriya
  4. Rilassamento
  5. Meditazione
  6. Chiusura della pratica

Questa struttura di base può avere alcune varianti, illustrate nel box qui a fianco.

1. Apertura di una sessione di Kundalini Yoga: i mantra

Ogni esperienza di Kundalini Yoga, sia che si tratti di una sequenza (o Kriya), di una singola meditazione oppure di una pratica di pranayama, o di tutto assieme, inizia sempre con la recitazione di due mantra basilari della tradizione del Kundalini Yoga: l’Adi Mantra e il Mangala Charan Mantra.

Come praticare l’Adi Mantra e il Mangala Charan Mantra?

 

Dopo aver recitato completamente le due parti del mantra di apertura siamo pronti per cominciare l’esperienza di Kundalini Yoga con la pratica iniziale di esercizi di riscaldamento e a seguire la sequenza o Kriya composta da asana specifiche.


 

 


2. Riscaldamento

Prima di passare alla pratica del Kriya o anche di una semplice meditazione si possono praticare, se se ne sente la necessità, una serie di esercizi di riscaldamento segnalati in alcuni manuali, che servono principalmente a:

  • sciogliere i muscoli
  • rendere la spina dorsale più flessibile
  • preparare i muscoli dei fianchi e delle gambe a sedersi
  • acquietare la mente prima dell’inizio del Kriya

3. Sequenza, o Kriya

Il Kriya è un insieme di esercizi di Kundalini Yoga creato dagli yogi del passato e trasmessi da Yogi Bhajan.

Ciascun Kriya ha una sua struttura specifica, con un suo specifico obiettivo; per questo è molto importante rispettare la sequenza e l’ordine degli esercizi che lo compongono, così che gli effetti ne siano garantiti.

Riassumendo, ci sono alcune regole che vanno rispettate, sia che si pratichi yoga autonomamente sia che lo si insegni:

  • un Kriya deve essere insegnato o praticato nella sua forma ed ordine originale, in maniera il più possibile attinente alle istruzioni date dal manuale o dal video;
  • non si devono inserire altri esercizi secondo il proprio desiderio, o creatività, o conoscenze specifiche di altre discipline;
  • si devono rispettare i tempi indicati, che possono essere diminuiti, ma mai aumentati oltre il tempo massimo dato;
  • si possono facilitare delle posizioni con varianti o modifiche in caso di principianti, anziani, malati, e donne in gravidanza.

4. Rilassamento e suo termine.

Alla pratica del Kriya seguono alcuni minuti di rilassamento, solitamente praticato nella posizione del “cadavere” o Savasana.
Per favorire il rilassamento del sistema nervoso si consiglia di ricoprire il corpo con uno scialle o una coperta.
Per il tempo del rilassamento che mediamente può durare da cinque o sei minuti fino a undici, si possono ascoltare dei mantra della tradizione del Kundalini Yoga, o della musica Raga, o semplicemente dei suoni della natura.

Come eseguire Savasana:

  • Ci si sdraia sulla schiena
  • Si chiudono gli occhi.
  • Si stendono le braccia lungo il corpo.
  • Si rivolgono le palme verso l’alto.
  • Si congiungono i talloni.
  • Si rilasciano i piedi in modo che cadano lateralmente.
  • Si ritrae il mento e si stende la nuca.
  • Ci si allunga ed allinea su un’unica linea immaginaria dalla testa a i piedi..

Dopo aver posizionato il corpo si rimane in ascolto del proprio respiro e di cosa l’esperienza di prima ci ha lasciato, si lascia che i pensieri scorrano senza trattenerli e si cerca di rilassare ogni singola parte del corpo.

Uscita dal rilassamento

Per terminare questo momento di raccoglimento profondo in noi stessi si eseguono diversi passaggi, che servono a ricondurci gradatamente, ma velocemente, ad uno stato di consapevolezza.

5. Meditazione

La meditazione è il completamento di tutto il percorso fatto.
Mentre gli esercizi del Kriya stimolano l’emisfero celebrale sinistro, orientato all’attività ed alla analisi, la meditazione agisce sull’emisfero destro, che è più collegato alle facoltà del rilassamento. Per equilibrare i due emisferi e per utilizzare l’energia generata con gli esercizi è necessario questo momento.

Posizione facile

La “posizione facile”,
in cui praticare i mantra iniziali,
la meditazione e la chiusura
della sessione di Kundalini Yoga.

Si medita in posizione facile, con la schiena ben diritta ed il mento in dentro ed indietro. Gli occhi possono essere chiusi o meno a seconda della meditazione che si pratica.
Durante la meditazione si possono eseguire vari mudra e vari mantra, tutto dipende dalla meditazione e dagli effetti che si vogliono perseguire… esistono veramente infinite possibilità.

  • una meditazione deve essere insegnata o praticata nella sua forma ed ordine originale in maniera il più possibile attinente alle istruzioni date dal manuale o dal video;
  • non si devono inserire altri esercizi secondo il proprio desiderio, o creatività, o conoscenze specifiche di altre discipline;
  • si devono rispettare i tempi indicati, che possono essere diminuiti, ma mai aumentati oltre il tempo massimo dato;
  • si possono facilitare delle posizioni con varianti o modifiche in caso di principianti, anziani, malati, e donne in gravidanza.

Si devono seguire attentamente le istruzioni date per ogni singola meditazione, non le si possono cambiare.

Meditare è un processo che ci permette inoltre di ripulire il nostro subconscio dai tanti pensieri generati dalla nostra mente. Questo ci dà accesso all’ascolto del nostro Sé più alto, acquieta e rende docile la mente, direziona l’energia delle emozioni trasformandola in sentimenti e pensieri elevati.

 


6. Chiusura della pratica

Si chiude l’esperienza complessiva della pratica con il canto o la recitazione di un “mantra” in inglese che Yogi Bajan ha aggiunto. Solitamente viene cantato nella lingua del proprio paese di origine, ma se lo si desidera anche in inglese. Eccone il testo:

May the long time sunshine upon you
All love surrend you
And the pure light within you
Guide your way on

Che il sole ti illumini sempre
L’amore ti circondi
E la pura luce dentro te
Guidi il tuo cammino

Lo si canta nella posizione dell’apertura, la posizione facile, sempre con le mani nel mudra della preghiera, gli occhi chiusi e la concentrazione al terzo occhio. Cantarlo è come prendere l’energia generata dalla pratica della lezione e della meditazione, depositarla nel profondo del proprio cuore e della propria anima, inviarla a se stessi o a chi si desidera come un messaggio di pace, amore e luce, e prepararsi a rientrare nel mondo materiale con fiducia e chiarezza.

Infine si chiude e sigilla l’esperienza dello yoga con il mantra Sat Nam: Vera (Sat) Identità (Nam).
Questo mantra si vibra per tre volte, portando il suono ad ogni espirazione; il suono del Sat è circa sette volte più lungo di quello del Nam.

Conclusione

La tradizione vuole che al termine della pratica, rimanendo sempre seduti, si abbassi il busto in un inchino: una manifestazione di rispetto, devozione e gratitudine verso l’infinita energia che tutto anima e il potere del nostro cuore.

L’inchino è anche un esercizio che aumenta il flusso di sangue al cervello e perciò favorisce e stimola il processo di assorbimento di ciò che è stato sperimentato nella pratica. Inoltre portare la testa più in basso del cuore simbolizza il processo di andare oltre le semplici accettazioni mentali degli insegnamenti e l’apertura del cuore per riceverli.

Fonte: la vie del Dharma

 

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